Il peso della corazza

Fin da quando nasciamo ci viene consigliato di proteggerci da questo e da quello.

Così facendo, inconsapevolmente, ad ogni nostra protezione contro qualcuno/qualcosa corrisponde un velo che va a poggiarsi sulle nostre spalle. Questi veli, con il tempo si accumulano fino a diventare una fortissima corazza che ci "protegge" dal mondo esterno. Parallelamente a ciò, inizia un sottile processo in noi... Iniziamo a sentirci più stanchi, più tristi e meno liberi. Cerchiamo di sopperire a tutto ciò, iniziando una ricerca spasmodica del "materialismo" e del gonfiamento del nostro EGO.

La nostra vita sembra spingerci sempre più nella gara ad avere la casa più bella, la macchina più roboante e gli accessori più richiesti. Tutto questo ci allontana sempre più dal nostro centro, ci rende più schematici e meno felici. Il peso della corazza che ci si costruisce impedisce conseguentemente di guardarsi dentro, di seguire il proprio istinto e di spegnere la mente.

Immaginando una persona con un grosso peso sulle spalle, si capisce facilmente che questa non può sentirsi libera. La paura di essere ferito lo porterà ad essere diffidente ed a sgomitare nella vita pur di riuscire a sollevare la testa. 

Tutto questo perchè? Perchè lasciamo che la nostra anima corra nella ruota del criceto?

Impariamo a scrollare le spalle, a respirare in maniera profonda e corretta, a non dare giudizi ed etichette a nessuno ed a sentirci liberi.

Togliendo la corazza si iniziano ad apprezzare le cose essenziali, si esce dalla banalità e si sta in ascolto con sé stessi. Questo a molti fa paura perchè vuol dire abbandonare le vecchie abitudini e non potersi prendere più in giro.

Scegliere di vivere liberi è un atto di consapevolezza, scegliere di rimanere nell'ego é un atto mentale.

Il nostro corpo ci manifesta in tutti i mofi cosa va e cosa non va, ma nella peggior parte dei casi la addormentiamo con i farmaci. Anch'io non sono esente, infatti mentre scrivo la mia mente mi sta portando altrove, ma non intendo ascoltarla :-).

Invito a riflettere sulla freddezza che implice avere un involucro attorno al cuore pulsante.

Vi lascio con una citazione del 1851 di A. Schopenhauer che mi ha lasciato colmo di gioia:

" Lo stoicismo dei sentimenti, che sfida il destino, è in verità una buona corazza contro le sofferenze della vita, e utile per sopportare meglio il presente, ma impedisce la vera salvezza. Infatti, inaridisce il cuore. Come potrebbe, il cuore, essere migliorato dalla sofferenza se, circondata da una ferrea crosta, non la percepisce? ".

 

Un abbracio, Adriano.

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Commenti: 4
  • #1

    gianna glionna (lunedì, 09 giugno 2014 23:47)

    "Impariamo a scrollare le spalle, a respirare in maniera profonda e corretta, a non dare giudizi ed etichette a nessuno ed a sentirci liberi" questo è ciò che ho apprezzato maggiormente di quello che ho letto. In effetti una delle migliori esperienze della mia vita, (una lezione "non di parole" di quelle che impari e porti con te per sempre, e sta con te anche quando cadi), fu scegliere deliberatamente di non etichettare nessuno. Un'esperienza liberante, è solo liberando gli altri che posso liberare me stessa. Grazie per avermelo ricordato Adriano! :-)

  • #2

    Ross.jacon @virgilio.it (martedì, 10 giugno 2014 01:03)

    Anche se i veli ad uno ad uno coprissero il mio essere .. La mia rssenza nutrendo per contro il mio ego ... Come un bruco toglierei quella corazza che, se pur preziosa per la mia protezione ...

  • #3

    linda (martedì, 10 giugno 2014 12:35)

    Grazie per questa meravigliosa informazione.....!

  • #4

    s (venerdì, 13 giugno 2014 19:51)

    Velo su velo, esperienza dopo esperienza, la corazza diventa sempre più dura.. tutto vero, ma spesso l'interno diventa più fragile del cristallo.. non c'è un giusto equilibrio, mai. Spesso facciamo finta che la vera nostra essenza sia la corazza, più è dura e resistente e più ti rende apparentemente forte ma, basta guardarsi un attimo dentro per rischiare di rompere "il cristallo". Facile a dirsi, ma ripeto.. molto difficile trovare un giusto equilibro.